Un tavolo istituzionale per presentare “la ricetta” Assindatcolf a sostegno delle famiglie e per gettare le basi per un lavoro comune anche sul fronte della semplificazione normativa. Protagonista dell’incontro, che si è svolto lo scorso 15 settembre presso la sede nazionale di Confedilizia, il ministro delegato alla Famiglia, Enrico Costa, invitato a partecipare ai lavori del Comitato Esecutivo di Effe, la Federazione Europea dei Datori di Lavoro Domestico, cui Assindatcolf aderisce, rappresentandone anche la vice presidenza. Un’occasione per presentare a Costa un documento ad hoc con proposte concrete, anche in vista dell’approvazione della Legge di Stabilità 2017.

Al primo punto del dossier la deduzione totale del costo del lavoro domestico, una misura di sostegno strutturale alle famiglie, che si contrappone alle politiche a pioggia una tantum, una misura che l’associazione è tornata a chiedere all’Esecutivo nazionale.

Al rappresentante del Governo è stato presentato un vero e proprio studio di fattibilità del progetto, corredato dei dati elaborati dal Censis in occasione della stesura del Rapporto “Sostenere il welfare familiare” commissionato a novembre scorso da Assindatcolf. L’obiettivo è quello di dimostrare come la deduzione totale del costo del lavoro domestico consentirebbe alle famiglie di abbassare l’imponibile su cui si pagano le tasse, potendo arrivare a dedurre non solo i contributi versati (operazione che attualmente è già possibile fare fino ad un massimo di 1549,37 euro l’anno), ma anche gli stipendi veri e propri, che rappresentano la parte principale degli esborsi a carico delle famiglie.  Tra i vantaggi collegati a questa misura fiscale anche una consistente emersione del lavoro nero: sempre il Censis stima, infatti, che potrebbero essere regolarizzati circa 340 mila lavoratori su 876 mila occupati irregolari. Pensiamo come l’incidenza del lavoro irregolare, che caratterizza negativamente il settore, in termini percentuali rappresenta il 54,9% del totale, ovvero più della metà della forza lavoro del comparto.

Quanto all’onere che graverebbe sullo Stato, qualora fosse consentito alle famiglie di dedurre il costo del lavoro domestico, questo si dovrebbe assestare su un saldo di 675 milioni di euro che, al netto di effetti diretti ed indiretti, scenderebbe a 72 milioni di euro.

D’accordo con il ministro Costa, Assindatcolf darà il suo contributo nell’ambito della definizione del Testo Unico della famiglia, al fine di arrivare ad approvare anche una semplificazione normativa di tutte le misure già in essere. L’Associazione ha quindi messo a disposizione delle istituzioni le proprie conoscenze del settore e la propria competenza, rendendosi altresì disponibile ad entrare a far parte del neonato Osservatorio nazionale sulla famiglia, istituito recentemente proprio dallo stesso titolare del Dicastero.

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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