Baby sitter: come selezionare quella giusta ed inquadrarla correttamente

baby sitter al lavoro

Ricerca e selezione della baby sitter

Non esistono delle regole scritte per individuare la baby sitter giusta. Ma con il buonsenso e seguendo qualche piccolo accorgimento si possono evitare situazioni spiacevoli.

Per prima cosa è bene non demonizzare il passaparola, ancora oggi, infatti, è forse il primo canale di reclutamento utilizzato dalla mamme e dai papà! Chiedere un consiglio ad un’amica, ad un vicino di casa o ai genitori dei compagni di scuola consente di ottenere preziose informazioni, pregi e difetti sulla candidata ancora prima di un colloquio conoscitivo.

In alternativa è anche possibile affidarsi ad agenzie per il lavoro specializzare in ricerca e selezione del personale. Una scelta conveniente per chi non ha conoscenze o tempo da dedicare alla selezione ma che, ovviamente, ha anche un costo e come tale deve essere preventivato.


Il colloquio con l’aspirante baby sitter

Una volta individuate le candidate baby sitter si passa alla parte più delicata ma anche più importante, quella del colloquio conoscitivo. Anche qui nessuna regola scritta ma attenzione ai dettagli che possono fare al differenza.

Come si presenta
Indubbiamente l’abito non fa il monaco ma è importante che il candidato si presenti curato nell’aspetto: se non è in grado di farlo per sé difficile che possa occuparsi in modo adeguato di un bambino.

Il cv
Un punto a favore per quella baby sitter che si presenta al colloquio con una copia del proprio curriculum. In questo modo sarà possibile conoscere i dati anagrafici dell’aspirante tata, il suo percorso formativo e le esperienze lavorative. Fate sempre in modo di ottenere le referenze! Se si rifiuta di farlo forse ha qualcosa da nascondere e questo non è indubbiamente un buon segno! Attenzione poi al percorso formativo, non solo gli studi personali ma anche le conoscenze professionali legate al lavoro di tata che, contrariamente a quanto molti possono pensare, non deve assolutamente essere improvvisato. Accudire un bambino, soprattutto quando è molto piccolo, non è un lavoro che tutti sanno o possono svolgere con competenza!

La lingua
Che sia una baby sitter italiana o meno, importante che sappia esprimersi correttamente nella nostra lingua, a meno che le indicazioni non siano diverse! A tante baby sitter straniere, soprattutto quelle di nazionalità filippina, oggigiorno viene infatti chiesto specificatamente di parlare in inglese! Anche in questo caso, quindi, un punto a favore della lavoratrice.

Orari ed esigenze
Appurato che abbia le competenze per accudire un bambino è fondamentale che la baby sitter comprenda chiaramente le esigenze della famiglia. Orari e giorni di lavoro da osservare con puntualità, flessibilità e disponibilità ad occuparsi del piccolo anche nelle emergenze: per esempio in caso di malattia, di ritardo dei genitori e magari anche nel fine settimana o per consentire delle uscite serali. Se invece, l’esigenza è quella di prendere il bambino a scuola o di accompagnarlo a qualche attività extra, verificate che l’aspirante tata abbia la patente e, soprattutto, che sappia guidare con attenzione! Mettetela alla prova e non dimenticate di fornirle un seggiolino se l’auto che pensate di farle utilizzare non è la vostra.

Trovarsi in sintonia
Ultimo per ordine ma non per importanza. Fidatevi del vostro intuito e soprattutto, osservate fin dal primo momento come si pone la baby sitter nei confronti del bambino, fateli interagire. Osservateli per qualche minuto giocare insieme anche senza lasciarli soli. Il comportamento del bambino nei confronti della tata può essere un segnale da non sottovalutare.


Assumere la baby sitter: come inquadrarla correttamente nel contratto di lavoro?

Il contratto nazionale di lavoro domestico destina alla baby sitter un unico livello di inquadramento, il BS, riconoscendo una specifica indennità (Tabella H) nel caso questa si occupi di bambini con età compresa tra 0 a 6 anni. La baby sitter può essere assunta con contratto ad ore o come convivente (sia a tempo pieno che parziale, fino a 30 ore settimanali).

Serve una persona che istruisca sulle buone maniere e faccia da guida nello studio? In quel caso si tratterà di una vera e propria istitutrice, una figura desueta ma pur sempre contemplata nel contratto collettivo del lavoro domestico (livello D). Una sorta di moderna signorina Rottermeier alla quale demandare istruzione ed educazione del proprio figlio e a cui, proprio per questo, viene riconosciuta responsabilità e autonomia decisionale.


Periodo di prova e affiancamento della baby sitter

Non tutti ne sono a conoscenza ma il contratto collettivo nazionale del lavoro domestico prevede un periodo di prova pari ad 8 giorni per la baby sitter ad ore e di 30 giorni per quella convivente. Non rinunciate a questa possibilità che può essere preziosa! Attenzione però: la prova non è gratuita e deve essere regolarmente retribuita rispettando quando pattuito relativamente alla retribuzione.

Se il periodo di prova non fosse sufficiente è sempre consigliabile prevedere un affiancamento magari anche ricorrendo all’aiuto dei nonni, affinché il distacco del piccolo dalla mamma sia meno traumatico ma soprattutto per costruire con la dovuta calma un rapporto sereno e basato sulla reciproca fiducia.

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