‘Superamento dell’attuale ed obsoleto meccanismo che regola i flussi di ingresso  dei cittadini non comunitari e regolarizzazione dei circa 200 mila lavoratori clandestini che ad oggi sono già impiegati in nero come colf, badanti e baby sitter nelle case degli italiani. È questa la proposta che intendiamo presentare al ministro dell’interno, Luciana Lamorgese, alla quale oggi abbiamo inviato formale richiesta di incontro’. É quanto dichiara Andrea Zini, vice presidente di Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico. ‘Al ministro – prosegue Zini – chiederemo di considerare le specificità di un comparto atipico, come quello domestico, dove il 70% della forza lavoro è straniera e che per questo ha bisogno che l’immigrazione venga gestita in modo strutturale e non come un’emergenza. Secondo le nostre stime, infatti, da qui al 2025 avremo bisogno di 60 mila nuovi lavoratori stranieri non comunitari solo per soddisfare la domanda di assistenza, che crescerà del 9% per effetto dello strutturale invecchiamento della popolazione e della quota di non autosufficienti. L’ultimo decreto flussi che conteneva quote specificatamente dedicate al comparto domestico – conclude – risale al 2010. L’insufficiente programmazione dei flussi di ingresso per lavoro non stagionale ha contribuito a generare in Italia una consistente sacca di irregolarità: la nostra associazione stima, infatti, che siano circa 200mila i lavoratori non comunitari senza permesso di soggiorno impiegati in nero nel comparto. È arrivato il momento che Governo ed Istituzioni trovino una soluzione per loro e che guardino al comparto domestico come una risorsa, sociale ed economica, per lo Stato e per le tante famiglie, circa 2,5 milioni, che ad esso di affidano quotidianamente per conciliare tempi di vita e di lavoro’. 

 

Non lasciare al caso la gestione di colf, badanti e baby sitter!

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